Tautogramma
Un gioco linguistico, un pensiero notturno fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni: immediato, spontaneo, birichino.
Perché anche le parole e i pensieri inseguono le magiche trame oniriche in cui i fili logici si spezzano un po'. Per fortuna.
di Cinzia De Luce
Sola soletta, stasera.
Sullo schermo solite storie stupide, sinfonie sfortunate, sparatorie.
Stufa, spengo.
Siedo scomoda sul sofà scorrendo sommario. ‘Sto saggio sembra senza sbocchi, scontato, soporifero.
Sbuffo, sconsolata, scivolo scomposta sulla schiena.
Sporadici soffi smuovono stoffa sottile sulla soglia.
Sbadiglio.
Sensazioni strane sembrano sommergermi, sento scricchiolii sospetti.
Spaventata, sbircio sottecchi: Simba, soriano sovrappeso, sta spaparanzato sulla sedia. Si stava semplicemente stiracchiando.
“Salsicciotto, sei sazio?” Sempre serafico, sorride sornione, sebbene sappiamo stia sfruttandomi spudoratamente.
Sul soffitto sembrano saltellare smorzate stelline, scintille specchiate sul sole settembrino.
Strofino sopracciglia, stanca. Scendo, suppongo sia saggio spalancare scuri.
Silenzio.
Sporgendomi scorgo sconosciuto, spuntato simultaneamente, sarà saltato su senza sforzo scavalcando sul solaio.
Sussurra, spontaneo: “Seguimi!”
Stupefatta, sbianco, sentendomi svenire.
Strano soggetto, sembianze simpatiche, sicuro, solare, sano. Sorriso smagliante, seducente, spalle squadrate.
Sibilo sottovoce, sconvolta: “S…sei?…Stai scherzando? Sul serio?”
“Sì!” soggiunge stringendomi.
Sento sicurezze sciogliersi, solitudine sedimentata stemperarsi, stomaco sfarfallante…Sono sgomenta, smarrita. Salvatemi!
Smaterializzato, subito svanisce.
Sospiro.
Sinceramente, sapevo sarebbe successo: svitata sotto stress, sclera!
Ssst! Sveglia! Stavo solo sognando: sto scrivendo su Silmarillon!