Parole in viaggio

La Libreria del Viaggiatore nasce a Roma dalle chiacchiere di tre amici. E diventa una realtà. Un luogo accogliente dove si respira un'atmosfera intima e si trovano testi di ogni tipo per viaggiatori reali o immaginari. Insieme agli autori più noti- Chatwin e Terzani, per citarne due - è possibile scovare anche insolite chicche narrative. Abbiamo intervistato Bruno Foschin, uno dei fondatori...

di Ettore Luttazi


A Roma al civico 78 di via del Pellegrino, a pochi passi da Campo de’ fiori e Piazza Navona, c’è la Libreria del Viaggiatore.
Un piccolo ambiente in cui oltre 10.000 titoli, dedicati al viaggio in tutte le sue forme, sono disposti negli scaffali in legno e in vecchie valigie di pelle.
Un luogo caldo e accogliente dove il libro non è solo un insieme di pagine stampate, ma un vero e proprio mezzo per intraprendere viaggi reali o immaginari.
Basta spulciare negli scaffali, tracciare la propria rotta ideale sui mappamondi o sulle carte geografiche che rivestono le pareti e partire con la fantasia.
Bruno Boschin, uno dei due gestori, ci ha raccontato la storia della libreria dalla sua nascita ad oggi.

Quando e come è nata la Libreria del viaggiatore?
La libreria è nata nel 1991 dalle chiacchiere di tre amici.
Prima di aprirla ci sono state tante parole fino a quando, dopo un lungo discutere sul nostro modello ideale di libreria di viaggio, abbiamo capito che il nostro sogno era creare un luogo in cui il libro fosse un mezzo, un veicolo, uno strumento concreto per viaggiare.
Dalle parole siamo passati ai fatti. Abbiamo cominciato selezionando i titoli partendo dai classici di avventura con le opere di Salgari, Verne o Conrad fino agli autori più recenti, poi siamo passati ai libri di storia, di fotografia, alle guide e alle carte geografiche, alle mappe di ogni tipo di cui da noi potete trovare un vasto assortimento.
Con il tempo uno dei tre soci ha lasciato questa avventura per viaggiare davvero e qui siamo rimasti io e mio fratello Marco.
La sede della Libreria è stata sempre questa, e devo ammettere che è una collocazione ottima perché si inserisce perfettamente nel percorso di una tipica passeggiata romana.
Volevamo una posizione centrale, ma a via del Pellegrino siamo arrivati per caso e oggi mi rendo conto che non esisteva posto migliore.

Chi è il cliente tipo della Libreria del viaggiatore?
In realtà non esiste un cliente tipo.
La nostra clientela è assolutamente eterogenea. Ci sono persone giovani e anziane, di diverse formazioni culturali, tutte accomunate dalla passione per i viaggi, ma non per forza veri viaggiatori.
C’è un alta percentuale di stranieri, non tanto turisti di passaggio quanto quelli che vengono a Roma e ci restano per lunghi periodi magari per motivi di studio o di lavoro.
Per questo abbiamo anche un’ampia selezione di testi in lingua inglese e francese.
La cosa particolare è che qui si arriva con il passaparola perché noi non facciamo molta pubblicità, diciamo che sono i clienti stessi a farci pubblicità con la loro esperienza diretta.

Come si difende una libreria piccola e specializzata dal dilagare continuo dei grandi megastore in cui si trova di tutto?
C’è una differenza fondamentale tra noi e le grandi librerie.
Quelle sono vere e proprie catene commerciali che rispondono a meccanismi di tipo imprenditoriale, noi lavoriamo con altri numeri ci rivolgiamo ad un pubblico più ristretto.
Io dico sempre che le grandi librerie sono come delle industrie in cui il personale svolge delle mansioni predefinite, il modello della nostra libreria invece è più vicino all’artigianato.
Nel libraio è molto forte la componente umana che si perde negli addetti alla vendita dei grandi bookstore.
Non voglio fare il poeta, anche noi siamo imprenditori e facciamo i conti con i numeri, ma la componente umana è ancora molto forte ed è un elemento importante di questo modello ideale di libreria.
La persona che acquista un libro da noi torna sempre perché non è solo un cliente tra i tanti, ma diventa un amico.

Quali sono state le richieste più particolari che avete ricevuto? Ha qualche aneddoto da raccontarci che ha avuto come teatro la vostra libreria?
Di aneddoti ce ne sono tantissimi anche se ora non me ne viene in mente nessuno in particolare.
Capita spesso che ci richiedano dei testi molto particolari, non so magari di uno sperduto villaggio danese di cui anche in Danimarca stenti a trovare notizia. Per fare un esempio è come andare a Copenaghen e chiedere un libro su Sermoneta!
Poi ci sono i clienti abituali, i viaggiatori per eccellenza che tornano e raccontano le loro avventure. Per esempio due vigili del fuoco di un reparto speciale che sono andati in pensione molto presto e ora non fanno altro che viaggiare e ogni volta che tornano passano qui a documentarsi per il viaggio successivo e a raccontare quello che hanno visto in giro per il mondo.
Oppure due fratelli, entrambi biologi, che fanno esplorazioni nei fondali oceanici e rimangono fuori per molti mesi, si immergono con i sommergibili in luoghi sperduti e assolutamente affascinanti.
O ancora un tipo che mi colpiva perché era un po’ l’italiano medio, un po’ grigio, lo stereotipo dell’impiegato statale, che mi raccontava della sua passione per New York perché è una città in cui puoi fare tutto quello che vuoi senza che nessuno ti dica nulla e lui per provare questa sua convinzione un giorno era uscito per le strade della Grande Mela con l’asciugamano dell’albergo in testa a mo’ di turbante e nessuno si era voltato a guardarlo.
Insomma ascoltando le persone si può vedere il mondo rimanendo fermi dietro il bancone.

Quale è, se c’è, il libro più richiesto?
Ci sono titoli che si vendono molto bene, ma succede a volte che dei titoli che sarebbero al primo posto nella classifica delle vendite non si trovano.
Penso a “L’odore dell’India” di Pier Paolo Pasolini, che credo rappresenti il massimo per una libreria come questa, da due anni è fuori commercio, nonostante le continue richieste, è fuori produzione e non so dirti perché. Ma è assurdo.
Vendiamo moltissimo i libri di Marco Aime , un antropologo italiano molto preparato che scrive sull’Africa, i suoi non sono libri da turista, ma è un autore molto letto.
Un altro è Cesare Brandi.
Poi c’è tutta la letteratura dei vari Chatwin o Terzani che è scontato anche citare.

Ma i librai della Libreria del viaggiatore quanto viaggiano?
Poco, e per brevi periodi.
Fisicamente intendo, perché pur restando fermi in questa piccola stanza siamo sempre in giro per il mondo.

La ringraziamo per la sua disponibilità.

La Libreria del Viaggiatore via del Pellegrino, 78
06/68801048 libreriaviaggiatore@yahoo.it
Aperta dalle 10 alle 14 e dalle 16 alle 20, chiusa la domenica e il lunedì mattina