Numero 13
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La mia vita fra lettura e scrittura
Pippo Russo, docente di sociologia all'Università di Firenze, saggista, blogger e giornalista per L'Unità, Il Messaggero e GQ. E ancora, autore di due romanzi: Il mio nome è Nedo Ludi (2006) e Memo (2008), tutti e due per la casa editrice Baldini Castoldi Dalai. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare quali sono i libri della sua biblioteca personale.
di Ettore Luttazi
Pippo Russo, lei è sociologo, giornalista e romanziere. Una persona che per professione è continuamente in mezzo ai libri. Oltre i testi che legge per il suo lavoro, qual è il rapporto con la lettura fatta “per piacere”? Un rapporto essenziale, qualunque tipo di lettura e per qualsiasi motivo io la pratichi. Leggere, per me, significa aggiornarsi continuamente e questo accade sia leggendo testi legati alla mia professione sia leggendo per svago. Considero la lettura stessa un piacere, qualcosa che ci permette di integrare linguaggi e contesti diversi e naturalmente punti di vista diversi.
Lei ha scritto due romanzi: Il mio nome è Nedo Ludi e Memo, innumerevoli articoli e saggi, oltretutto è anche blogger. Tra i suoi scritti quale predilige in assoluto? Lo scritto che preferisco è sempre il prossimo, quello che verrà. Cerco di migliorare di volta in volta, di fare di più e meglio rispetto a quanto ho già fatto.
E i suoi romanzi che posto occupano nella sua biblioteca? Riguardo ai miei due libri, più che di posizione parlerei di considerazione. Li considero dei "figli", ho con loro un rapporto tattile, fisico, li tengo sempre a portata di mano sia nella biblioteca di casa che in quelle dei miei luoghi di lavoro. C'è tra noi un cordone ombelicale che non si spezzerà mai.
E invece quali sono i libri “storici” , per così dire, della sua biblioteca? Quelli che si porta dietro da una vita? Uno dei primi libri che ho sentito profondamente è senza dubbio 1984 di George Orwell, ma anche L'amante di Lady Chatterley di David H. Lawrence, o ancora Nessuno scrive al colonnello di Gabriel Garcia Marquez. Tra i più recenti, nel senso di lettura e non di pubblicazione, un libro che mi ha colpito particolarmente è stato La morte di Carlos Gardel del portoghese Antonio Lobo Antunes, un'opera che continuerà a occupare un posto speciale nella mia vita.
E il primo libro che ha letto? O quello che ricorda come il primo libro? Oliver Twist di Charles Dickens, ma fu solo un caso. Alle elementari la maestra portò dei libri per avviarci al piacere della lettura e li presentò uno a uno chiedendo a ogni alunno di scegliere un titolo. Il primo fu quello e io alzai la mano!
E l'ultimo libro che ha letto? Attualmente, tra le altre cose, visto che sono solito leggere più libri contemporaneamente, sto leggendo Il dolore perfetto di Ugo Riccarelli e ho riletto Jules e Jim perché credo abbia motivi in comune con il mio terzo romanzo che è quasi pronto per essere pubblicato.
E invece tra i tanti che ha letto , quale è il libro che avrebbe voluto scrivere? E perchè? Credo nessuno. Posso dire che L’angelo calciatore di Nielsen Hans-Jorgen mi ha dato molto per il mio primo romanzo perchè ci sono aspetti e motivi comuni. L'ho apprezzato tantissimo, ma non per questo avrei voluto scriverlo.
Un titolo da consigliare ai nostri lettori? Sono costretto a ripetermi La morte di Carlos Gardel, un romanzo molto forte, che per certi versi definirei urticante, quindi non adatto a tutti i lettori in generale, ma senza dubbio un libro che lascia un segno profondo.
Per concludere, ci dà qualche anticipazione sul suo prossimo romanzo? E' quasi pronto. Si intitola semplicemente Romanzo n.3, si svolge a Firenze e il suo protagonista fisico è un certo Brando Ferraris. Tratta della perdita di se stessi, perciò come nelle mie due opere precedenti la vera protagonista è la memoria con i suoi usi e disusi.
Grazie Pippo, le siamo grati per la sua disponibilità e le auguriamo un grande successo per il suo prossimo libro.
Approfondmenti: www.myspace.com/pipporusso
Ettore Luttazi ettoreluttazi@mybox.it www.conlalente.splinder.com
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