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Numero 12



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La mia Roma

Giancarlo Del Re, giornalista “romano de Roma”, autore tra le altre cose della celebre Parole parole, parole cantata da Mina e Alberto Lupo e ideatore di Linda e il brigadiere una fortunata fiction Rai di qualche anno fa che aveva come protagonisti Claudia Koll e il grande Nino Manfredi, per anni ha raccontato la sua città e la sua gente attraverso le pagine del Messaggero.
La sua rubrica Avventure in città ha attraversato i decenni regalando ai lettori delle istantanee memorabili di Roma. 
Lo abbiamo incontrato per saperne qualcosa di più. 

di Ettore Luttazi


Giancarlo Del Re, lei per molti anni ha curato per le pagine romane de “Il Messaggero” la rubrica “Avventure in città” in cui raccontava la città di Roma e la sua gente.
Ci ricorda come e quando è nata questa rubrica?
Il primo autore di “Avventure in città” non sono stato io. 
Cominciai a firmare questa rubrica nel lontano 1958 quando la ereditai da Guglielmo Ceroni storico capocronista del Messaggero, scrittore di cose romane, consigliere capitolino e presidente  
dell’ Associazione stampa romana tra il 1952 -53.
Con il tempo questo sguardo su Roma si è legato sempre più al mio nome e io mi sono affezionato a esso con un profondo affetto. 


Tra tutti i pezzi che ha scritto ce n’è uno o più di uno che le è rimasto nel cuore ? E perché?
Devo ammettere che porto ogni pezzo nel cuore allo stesso modo. 
E questo perché ogni articolo ha la sua storia e il suo momento, è impossibile per me dire questo pezzo è meglio di quello. 


E uno che è stato particolarmente apprezzato dai suoi lettori?
Bisognerebbe chiederlo ai lettori, però posso dire che sono stati sempre apprezzati un po’ tutti. 


Spesso i suoi scritti contenevano espressioni dialettali o modi di dire tipicamente romani. Quanto è importante l’uso del dialetto nel raccontare una città? E perché?
Io farei una piccola premessa. 
Personalmente considero il romanesco una “parlata” più che un dialetto ed è proprio questa parlata che dà l’imprinting al carattere della città.
Per spiegarle il concetto mi vengono in mente i grandi attori romani di una volta i cui film continuano a essere trasmessi anche oggi, soprattutto d’estate .
Aldo Fabrizi, Anna Magnani, fino ad arrivare a Alberto Sordi, loro e i personaggi che hanno interpretato sono Roma. 


Tra le altre cose che lei ha fatto nella sua vita, ha curato anche il soggetto per “Linda e il Brigadiere” una delle prime fiction Rai o, se preferisce, uno degli ultimi sceneggiati del primo canale della tv pubblica, con Claudia Koll e il grande Nino Manfredi. 
Anche in quel caso la città di Roma era protagonista di ogni puntata. 
Qual è la differenza tra il raccontare una città con le parole o il raccontarla con le immagini?
Credo che parole e immagini siano due linguaggi che non si possono confrontare proprio per le loro diverse caratteristiche. 
La parola, scritta o parlata, esiste da più tempo dell’immagine, ma l’immagine a volte sa essere più incisiva.


In qualche modo lei è stato uno dei migliori narratori della città eterna. 
Se dovesse fare il nome di un’altra persona che ha raccontato Roma al meglio, tra registi, scrittori, giornalisti e autori in genere, chi nominerebbe?

Senza dubbio il grande Federico Fellini 


Per finire: è abbastanza chiaro quanto lei ami questa città, ma c’è un luogo in particolare che porta nel cuore? E per quale motivo?
Via Frattina, la strada in cui sono nato.

La ringraziamo per la sua disponibilità

Ettore Luttazi
ettoreluttazi@mybox.it  
www.conlalente.splinder.com