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Numero 7



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                                        Libero spazio pubblicità 







Nel suo Manteblog Massimo Mantellini rivoluziona il concetto classico della pubblicità imposta dall'alto e si diverte a segnalare ciò che gli piace. Semplicemente. Perché la promozione nell'era dei blog non può seguire i vecchi schemi tradizionali ma adattarsi al concetto democratico che spinge la Rete a detestare ogni forma di colonizzazione verticale...

di Seralisa Carbone





Massimo Mantellini è uno dei blogger italiani più pungenti e innovativi.
Nel suo Manteblog ha introdotto una vera e propria rivoluzione: una pubblicità libera e indipendente che evade dagli schemi tradizionali dell’advertising.
Scarcerata dai vincoli mediatici che fagocitano e trasformano la scelta in mero “consumo”, la pubblicità, nel blog di Mantellini, recupera il senso stretto dell’informazione, rendendosi più compatibile con la comunicazione democratica della rete.

Come il blog ha influenzato la tua vita?

L’ha influenzata molto, consentendomi di costruire una rete di contatti personali, fatta di individui con gusti e inclinazioni affini alle mie, molto precisa ed efficace, che rende la mia vita di relazione molto più ricca di un tempo. L’ha influenzata consentendomi di conoscere persone che sono diventate amiche e persone che sono per me punti di riferimento culturali. L’ha influenzata, poi, consentendomi di aprire spazi di confronto e conversazione con persone anche molto differenti da me, dalle quali c’è comunque spesso qualcosa da imparare. Non è poco, in effetti.

La tua pagina “pubblicitaria” è a dir poco geniale. Ma come ti è venuta questa idea?

Ho sempre pensato che la pubblicità “impositiva”, come l'abbiamo conosciuta negli ultimi 100 anni, e la rete abitino mondi differenti. Noi continuiamo a vivere in luoghi della rete nei quali le metriche (si parla molto di metriche in questi tempi) comunicative delle aziende sono mutuate da quelle note che nascono per il mercato di massa. Ma gli strumenti di advertising che valgono i media “da uno a molti”, per la radio i giornali e la TV non funzionano bene in rete (non che sia una novità ci sono menti illuminate che lo affermano da anni). La pubblicità che funziona su internet è quella virale e autentica del passaparola, le aziende che hanno ascolto in rete sono quelle che scelgono di dialogare con la propria possibile clientela e di essere trasparenti sui prodotti. Il primo passo di questa rivoluzione è, forse, quello degli utenti che vanno da soli a cercare informazioni su un prodotto che intendono acquistare, il secondo è quello di quanti cercano in rete informazioni su quel prodotto da parte di altri acquirenti precedenti, il terzo, quello di possedere strumenti adeguati di analisi che ci aiutino a scegliere i prodotti secondo criteri di fiducia e reputazione adatti a noi stessi e solo a noi. I blog sono un ottimo esempio di questa “fase tre”.

Ricevi pressioni da aziende che aspirano a una segnalazione nel Manteblog?

Pressioni no. Ricevo in genere inviti gentili che, in genere, gentilmente declino.

Nel tuo spazio si respira la libertà democratica tipica della rete. La pubblicità come si inserisce, secondo te, in questo contesto?

Esiste uno spazio di affermazione nuovo per le aziende in rete che si compone di due parti: quello di creare prodotti migliori di quelli della concorrenza (come e' stato fino a ieri) e quello di ascoltare i suggerimenti e (eventualmente) le lamentale di quanti li hanno acquistato. L'occasione è quella di una nuova maturità che avvicina aziende trasparenti ad utenti attenti. Una scommessa di successo per i migliori. 

Il rapporto del web con la pubblicità che evoluzioni future potrebbe avere? 

Credo che tutto dipenda dalla capacità della rete di rimanere libera ed autonoma come è oggi. Se cosi accadrà, la pubblicità dovrà diventare qualcosa di molto differente: meno invasiva e più informativa. E con orecchie molto grandi alla voce di propri clienti. Se la rete verrà “normalizzata”, tutto tornerà come prima.

Oggi si parla tanto di comunicazione. Ma per comunicare, bisogna avere cose da dire…

Non necessariamente. La comunicazione è una espressione di sé migliore di tante altre(«La comunicazione e' di per se una espressione di se' migliore di tante altre»). Il pittore dilettante, che riempie croste che poi appende in salotto, è molto meglio di chi non dipinge per nulla. Molto meglio tenere un blog inutile nel quale si discute di argomenti irrilevanti, che starsene da soli inebetiti di fronte alla TV. Comunicare è una forma di manifestazione del proprio io positiva, indipendentemente dai risultati. Specie quando applicata in un ambito che non ha limiti territoriali e che, per tale ragione, non infastidisce nessuno.

Per Calvino la leggerezza è gravità senza peso. Per te cos’è?

Il paragone mi pare irriverente, povero Calvino! Per me leggerezza è la capacita di non svuotare un messaggio dei suoi significati profondi eliminando tutto il superfluo che lo circonda. La parola che basta a sé stessa senza un milligrammo di inutili decori. Ed assomiglia molto all'essenza della comunicazione sul web: una ricerca di sintesi paradossale in un luogo nel quale non ci sono problemi di spazio. 


Approfondimenti:
www.mantellini.it
http://newscontrol.repubblica.it/tag/mantellini