Numero 4
Feed RSS
Archivio
|
stampa questa pagina [versione printer friendly] Parola di scrittore
Roberto Genovesi è vicedirettore di Rai-Sat Smash e Rai-Sat Yoyo. Giornalista e scrittore, ha pubblicato diversi libri fra cui Inferi on net. Esperto di tematiche multimediali, è appassionato di fumetti e viedogiochi. Con lui abbiamo parlato dei significati della scrittura agganciandoci alle evoluzioni di questo inizio millennio.
di Valentina Paoloni
Come è cambiata la scrittura e come si è evoluta nell’ultimo millennio secondo te?
Diciamo che la scrittura si è evoluta sia in termini stilistici che in termini di obiettivi. Per quanto riguarda l’evoluzione stilistica, si è verificato il passaggio dalla poesia al romanzo, e, in generale, da una forma di scrittura che aveva solo lo scopo di tramandare tradizioni sotto forma di allegorie a una scrittura che è diventata anche uno strumento per far comunicare le classi sociali, le figure professionali e le diverse generazioni tra loro. L’evoluzione stilistica risente oggi dei nuovi media, e si basa su una scrittura sempre più moderna e più sintetica, legata a simboli, colori e sensazioni, e caratterizzata sempre meno da testi prolissi e lunghe parabole. Per quanto riguarda i contenuti, evidentemente oggi le persone non sono più in grado di seguire i tempi della vecchia comunicazione, e quindi non sono più capaci di prestare troppa attenzione ai messaggi e alle informazioni, tanto che attualmente nell’evoluzione della scrittura c’è il tentativo di inserire il maggior numero possibile di informazioni nel minor numero possibile di righe, se parliamo di testo, o nel minore spazio temporale se parliamo di clip, video o sonorita’.
Se potessi usare la macchina del tempo e tornare indietro nel primo millennio della storia, cosa ci racconteresti dell’uso della scrittura di allora, una volta tornato fra noi?
Sicuramente nel primo millennio la comunicazione aveva un impatto temporale completamente diverso. Oggi un’informazione viaggia nel mondo in termini di pochi secondi, mentre nel lontano passat tutta la vita professionale, commerciale e sociale era legata, dal punto di vista della comunicazione, a ritmi temporali molto lunghi. Immaginiamo, per esempio, che per portare un messaggio da un imperatore alle truppe che erano al fronte occorrevano addirittura alcuni giorni, se non settimane. E così possiamo dire che oggi la società viaggia molto più velocemente rispetto al passato, quando le cose si facevano con maggiore calma e lentezza, anche se all’epoca si pensava che tutto fosse già molto celere, non immaginando che la velocità nel futuro sarebbe raddoppiata o triplicata.
L’uso di Internet quanto ha cambiato l’uso di scrivere?
È la multimedialita’ che ha cambiato il modo di scrivere. La quotidianità degli sms, dei videogiochi e delle clip video o musicali impostate su un linguaggio sempre più sintetico, ha portato la comunicazione a cambiare completamente e a muoversi secondo parametri diversi. Mi capita di fare sempre l’esempio relativo ai compiti in classe dei ragazzi dei licei, dove gli insegnanti continuano a considerare un errore l’utilizzo delle emoticons e del linguaggio degli sms. In realtà stiamo parlando di un cambiamento radicale, di una mutazione genetica della scrittura che, forse, insegnanti e professionisti dovrebbero cominciare a cogliere prima dei giovani, mentre spesso accade il contrario.
Qualche romanzo che secondo te attualmente rispecchia o si avvicina ai modi di comunicare moderni. Chi sono gli scrittori oggi che cercano realmente di usare un nuovo linguaggio anche nel libro, che resta un mezzo classico ma per ora insostituibile?
Intanto, anche se dal punto di vista storico è forse un po’ sottovalutato, credo che il passaggio dalla poesia alla prosa, avvenuto con i Promessi Sposi di Manzoni, sia un momento epocale. Almeno per la storia della scrittura in Italia. Purtroppo a scuola questo romanzo viene presentato come un qualcosa di assolutamente noioso, mentre ritengo che i giovani dovrebbero essere invogliati a studiarlo, dal momento che rappresenta uno dei primi esempi di scrittura moderna, e di conseguenza un cambiamento fondamentale relativo al modo di scrivere. Attualmente gli scrittori in grado di rappresentare maggiormente le novità stilistiche sono sicuramente coloro che provengono dal mondo del cinema, della sceneggiatura e dei fumetti, perché hanno uno stile e un approccio nei confronti del pubblico che è sicuramente più crossmediale. Tra i molti scrittori che appartengono alla nuova corrente stilistica posso citare Alan Moore che ultimamente ha fatto un esperimento molto interessante per mezzo di un libro che parla dell’evoluzione del rapporto tra la razza umana e il fuoco attraverso dei protagonisti estrapolati da diverse epoche storiche. L’autore fa parlare i personaggi in maniera diversa a seconda del periodo storico di riferimento, mostrando l’evoluzione del linguaggio umano dall’età della pietra fino al 3000 d.C. attraverso le persone che descrivono l’ambiente circostante. È interessante notare che il primo racconto è sostanzialmente molto difficile da leggere perché ha uno stile particolarmente involuto, perche’ simula le difficolta’ di comunicazine di chi, come gli umanoidi del tempo, aveva a disposizione un limitato vocabolario a causa di limitate esperienza umane e sociali. Proseguendo a leggere, si vede che nel tempo lo stile della scrittura, così come il linguaggio dei protagonisti, si evolve sempre di più fino a raggiungere quelle caratteristiche di sintesi tipiche degli anni 2000.
Pensi che la scrittura che si appoggia alle nuove tecnologie sia “corrotta” come pensa qualcuno, o sia semplicemente un modo moderno e alternativo di comunicare?
In merito a questo tema ci sono due problemi, diversi e paralleli. In primo luogo c’è il problema relativo a come comunicare le cose alle persone, questione che si attiene al discorso dello stile e quindi all’evoluzione del linguaggio. In secondo luogo c’è il problema relativo all’oggetto da comunicare, cosa che non dipende dalla bravura nel raccontare o dall’evoluzione dello stile, ma semplicemente dalle conoscenze delle persone che rappresentano la fonte della comunicazione. È evidente che, così come accade nella scrittura, anche nei videogiochi e nei fumetti chi si accinge a comunicare informazioni deve avere alla base una formazione culturale. Non basta, infatti, essere dei buoni comunicatori o stare al passo con l’evoluzione del linguaggio, perchè occorre studiare e avere conoscenze specifiche. Io dico sempre che se si vuol essere bravi scrittori o sceneggiatori è necessario aver letto almeno l’Odissea, la Bibbia e la Divina Commedia. Possiamo quindi dire che la scrittura moderna è una mutazione genetica del linguaggio che attraverso le nuove tecnologie ha avuto una spinta molto più forte di quanto è normalmente accaduto fino ad oggi nel corso della storia. La lingua, sia scritta che parlata, ha sempre avuto un’evoluzione costante e le nuove tecnologie hanno semplicemente contribuito ad accelerare questo processo di mutazione genetica.
Un’ultima curiosità. In questi giorni si è aperto presso l’Università di Modena e Reggio Emilia un congresso sul valore filosofico dei videogames, i quali sono visti come la letteratura del futuro. Tenendo conto anche delle critiche che tali mezzi hanno ricevuto negli ultimi tempi, cosa ne pensi in merito?
I videogiochi, come i fumetti, i cartoon e i film, sono un prodotto creativo. Rispetto ad altri prodotti, però, hanno un elemento in più, poiché sono interattivi, dal momento che la storia non è condotta solo da chi la scrive, ma è anche notevolmente influenzata dal giocatore. Non riesco a capire che cosa si intenda per filosofia dei videogiochi. Parliamo del mezzo o dei contenuti? I videogiochi raccontano storie interattive. In queste storie vengono rappresentati, come in un film o in un romanzo, gli stereotipi del mito, gli archetipi. Arrivando più facilmente alle giovani generazioni la loro funzione di veicolo di messaggi filosofici ovviamente puo’ essere piu’ forte.
|